Numerose sono le sostanze che possono essere utilizzate dagli sportivi ai fini di incrementare artificialmente le funzioni muscolari di recupero. Quelli di maggior impiego sono il testosterone nelle sue varie forme, gli steroidi anabolizzanti, il Gh (ormone della crescita) e anche se in misura minore l’insulina.
Quali sono i rischi che un atleta che fa uso cronico di queste sostanze potrebbe incorrere se dovesse affrontare una infezione da COVID ?
Sulla base dei dati scientifici in nostro possesso seppur limitati e analizzando l’effetto dei comuni e diffusi anabolizzanti e GH, si deduce quanto segue:
Per gli steroidi anabolizzanti androgeni (AAS) sebbene siano stati descritti diversi effetti avversi dell’abuso di AAS, il loro effetto sul sistema immunitario non è stato chiarito.
La letteratura generalmente indica che le dosi soprafisiologiche di AAS con un nucleo steroideo intatto, ovvero persone che non presentano anomalie endocrinologiche, sono immunosoppressive, cioè riducono il numero e la funzione delle cellule immunitarie. Mentre quelli con alterazioni del nucleo steroideo sono immunostimolatori in quanto inducono la proliferazione dei linfociti T e di altre cellule immunitarie.
In particolare, è stato dimostrato che diversi AAS comuni influenzano negativamente la differenziazione e la proliferazione dei linfociti, la produzione di anticorpi, l’attività citotossica natural killer e la produzione di alcune citochine, alterando così la reazione immunitaria.
Questi effetti possono essere profondi e di lunga durata a seconda del regime di dosaggio, dei tipi o delle combinazioni di AAS utilizzati e dell’entità e della durata dell’abuso di AAS. Tuttavia, gli effetti dell’uso a lungo termine di dosi soprafisiologiche di AAS sul sistema immunitario rimangono ancora incerti, ma di certo non aiutano il sistema immunitario.
Per quanto riguarda invece l’uso o abuso di ormone della crescita, un numero crescente di prove indica una relazione bidirezionale tra il sistema neuroendocrino e le funzioni immunitarie.
È noto che organi linfoidi come il timo, la milza e il sangue periferico producono l’ormone della crescita (GH) e il recettore del GH è espresso su diverse sottopopolazioni di linfociti.
Molti studi in vitro e su animali dimostrano un ruolo importante del GH nell’immunoregolazione. Il GH stimola la proliferazione delle cellule T e B e la sintesi delle immunoglobuline, migliora la maturazione delle cellule progenitrici mieloidi ed è anche in grado di modulare la risposta delle citochine.
Tuttavia, l’abuso seppur non testato potrebbe avere degli effetti inaspettati sul sistema neuroendocrino e sarebbe da approfondire.
In via cautelativa infatti, e questo da solo ci dovrebbe far riflettere, ai pazienti affetti da ipersecrezione ipofisaria viene consigliato di rimanere il più possibile protetti, in quanto non sono conosciute le conseguenze che una alterazione metabolica o neurologica o cardiocircolatoria generata dal GH in eccesso potrebbe causare se venissero in contatto con il virus e seppur se precauzionalmente queste persone vengono tenute in osservazione.
Il suo uso quindi nello sport dovrebbe per lo meno essere evitato per non compromettere o alterare le difese dell’organismo.
Ricordiamo infine che il Doping sportivo genera un aumento della massa muscolare, un maggiore sforzo circolatorio e cardiaco, alterazioni epatiche, ispessimento del sangue che non facilita la circolazione e alterazioni renali. Tutti organi e apparati fondamentali per rispondere in modo adeguato allo stato infiammatorio che il virus potrebbe creare, assieme a un aumento delle esigenze di ossigeno all’avverarsi della malattia, che ovviamente poco si concilia con l’uso di questi farmaci.
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