Cosa siamo e da dove veniamo è una delle cose che ci si dimentica spesso quando si parla di alimentazione. Pensiamo spesso che i nostri geni vengono forgiati o addirittura modificati in millenni e che quindi quando si parla di alimentazione e come si mangiava 5 mila anni fa è più importante di come si mangiava 1000 anni fa. Ma perché non allora come si mangiava 10 mila o 20 mila anni fa, l’uomo era già presente e sicuramente derivava da forme di vita ancora primitive. Perché i metodi di alimentazione di 5000 o 10000 anni fa sono migliori o più importanti di 20000 anni fa? Su che base? . Quale inconfutabile prova che gli uomini di quel periodo vivevano in condizione di salute migliore rispetto all’uomo di oggi ? Ci si cela dietro l’idea che certe moderne patologie metaboliche come il sovrappeso, l’ ipertensione e il diabete non esistessero. Sicuramente era così , ma la media di vita di quelle popolazione era molto più bassa della nostra, le patologie dell’epoca non venivano diagnosticate, non si conoscevano proprio, si moriva molto prima e basta. Non esistono registri che ci permettono di analizzare le patologie dell’epoca alla luce delle conoscenze moderne, non è proprio possibile analizzarle e compararle. Si possono avere indizi fossili, ma poco utili e probatori ai fini scientifici. Quindi quando leggo che la base e la forza di alcune teorie sta sulla lunga e salutare vita delle popolazioni primordiali mi viene da ridere, quando mai l’uomo è vissuto sulla terra in media quanto vive attualmente ? E questo sicuramente grazie all’avvento della moderna medicina che forse in alcuni casi non riesce a curare l ‘origine di molte malattie, ma riesce a volte a prevenirle, a ridurre i sintomi, a distruggere i microrganismi eziologici e quindi a prolungare la vita delle persone che per conseguenza e vivendo di più sono soggetti a patologie che prima non solo non venivano diagnosticate per ignoranza, ma neppure ci si arrivava come età per poterle manifestare.
Oggi sappiamo che la genetica la fa sicuramente da padrona. Abbiamo un Dna mitocondriale di derivazione materna o forse anche in parte paterna. Fino a poco tempo fa si riteneva che quello mitocondriale fosse di origine unicamente materna, ma sono stati messi dei dubbi a tale teoria. Che forse qualche mitocondrio maschile non rimanga nello spermatozoo e possa competere con il mitocondrio della cellula uovo ?. Poi abbiamo il Dna delle nostre cellule. Esso è uguale in tutte le cellule ed è totipotente nelle cellule embrionali o multi potente in quelle che vengono chiamate cellule staminali ovvero cellule che potrebbero essere in grado se utilizzate nel modo corretto di generare un intero organismo vivente se adeguatamente manipolate e stimolate. Le ricerche di genetica stanno facendo passi da gigante. Il nostro Dna così complesso genera tutte le cellule dei nostri tessuti, tutte le proteine del nostro corpo, ed è alla base di tutti i processi vitali della nostra vita. Siamo fatti di 46 cromosomi con miliardi di geni che derivano dall’accumulo delle nostre funzioni evolutive. Nel nostro Dna c’e’ la storia dell’uomo, ma non la storia dell’individuo, ma dell’uomo dagli inizi dalla prima cellula a Dna dalla quale si è evoluto l’uomo. Quando si studiano organismi unicellulari come il lievito o pluricellulari come il moscerino della frutta o animali come il topo o la scimmia, lo facciamo proprio perché esistono delle similitudini e noi deriviamo da questi organismi. Nel loro DNA c’è una parte di noi, proprio uguale a noi, in quanto discendiamo proprio da loro e ci siamo evoluti da essi. Nel nostro DNA c’e’ il DNA della drosophyla, del lievito, del Topo perché siamo imparentati con loro e sono dei nostri antenati. Abbiamo con ognuno di loro degli antichi progenitori comuni. L ‘uso della genetica a fini personali e di supporto a personali teorie alimentari come la DIETA DELLE CAVERNE O LA PALEOLITICA creata dal Dott. Loren Cordain , non trova supporto scientifico proprio per questo motivo. Siamo cosi vecchi come storia dietetica e di DNA che diventa difficile stabilire un limite da dove da prima non vale e vale solo da dopo , chi lo può stabilire ? Chi lo ha definito ? E poi in aggiunta a questo, esiste un altro essenziale problema che di problema non si tratta, ma riguarda la malleabilità del DNA in brevissimo tempo. Due individui omozigoti e che quindi posseggono lo stesso bagaglio genetico ( letteralmente uguale ), possono invece essere considerevolmente differenti sia come espressione fenotipica che come comportamento. Se non per i caratteri monogenetici e che quindi sono uguali, per quei caratteri poligenetici, per la cui espressione è richiesta l’espressione di più geni assieme e dalla cui espressione, specie se si tratta di polimorfismi, dipende la fenotipicitá dell ‘individuo, possono essere di molto variabili e dipendenti dall’ambiente e da come queste persone sono cresciute. L’azione dell’epigenetica sul risultato finale è enorme. Essa è data dall’influenza che l’ambiente ha sull’individuo e sulla produzione di determinate proteine che alla fine rappresentano il fenotipo dell’individuo adulto. Come cresciamo, come ci confrontiamo e comportiamo fa reagire il corpo in modo differente generando individui che seppur geneticamente identici sono fenotipicamente differenti. Ecco che la clonazione pur essendo possibile non genererà mai organismi perfettamente identici, ma molto simili, l’unica cosa identica o quasi è il Dna contenuto nel nucleo anche se con telomeri piú corti e quindi diversi . Il ruolo che l’alimentazione ha in tutto questo è importante. Come mangiamo influenza i nostri geni e ci rende quello che siamo in diversi momenti della vita. Come mangiamo ci cambia esteticamente, come mangiamo può influenzare la durata della nostra vita, come mangiamo può favorire l’ insorgere di alcune patologie o prevenirle e udite udite come mangiamo può in qualche modo influenzare la natura delle nostre cellule germinali , le cellule uovo e gli spermatozoi, determinando in qualche modo il futuro dei nostri figli. Perché dentro di noi portiamo anche un po’ di coloro che ci hanno preceduto, di coloro che sono venuti prima di noi e possiamo essere più o meno pronti e forti anche in base a quanto e a come hanno dovuto affrontare la loro vita i nostri genitori. Essendo quindi così malleabili le espressioni genetiche e cosi a breve influenzabili, diventa difficile immaginare che ciò che facevamo 5 mila anni fa possa essere quello che dobbiamo fare ora. Piuttosto quello che siamo ora deve essere il punto di partenza per capire come dobbiamo mangiare. L’io di adesso e non il chi fu di migliaia di anni fa deve fare la differenza nella scelta alimentare. Il cosa siete e che cosa avete fatto nel periodo recente deve influenzare le scelte alimentari per meglio far stare e reagire bene il vostro corpo.
Ci si deve quindi chiedere ad esempio quali patologie hanno avuto i miei genitori, esse potrebbero essere di indicazione importante per comprenderci. Possiamo chiederci come mangiano i nostri genitori o i nostri nonni e quanto hanno vissuto per capire se come loro si sono comportati li ha aiutati a vivere meglio oppure no. E poi ci si deve chiedere come abbiamo noi mangiato negli ultimi anni per capire gli errori, ma anche le abitudini. Persone che vivono nel freddo nord Europa, sono persone che si sono adattate bene a un clima che non permette di avere molte fibre nell’alimentazione e hanno sviluppato un sistema digestivo rapido e diverso rispetto a chi vive a latitudini basse e che quindi usa e ha bisogno di più fibre. Se pensiamo che una alimentazione del nord Europa possa far bene a un nordico e lo faccia vivere bene e a lungo se corretta per lui, non possiamo pensare che la stessa sia adatta a persone che vivono vicino all’equatore abituate a tutt’altra dieta e che proprio perché abituati ad altra dieta hanno la possibilità’a di vivere anche loro bene e a lungo per la loro popolazione se corretta. Le alimentazioni del sud del mondo sono ottime come qualità dei cibi, ma sono spesso povere e mettono a rischio la salute non per la loro qualità , ma per la loro scarsità. Le alimentazioni devono essere corrette certo, le abitudini errate migliorate, ma all’interno di quelle che sono le abitudini recenti delle popolazioni. Il nostro Dna ha un potere di adattamento rapidissimo e gli effetti delle alimentazioni si vedono in breve tempo, anche solo nell’arco di una generazione. Il pensare di vederlo nell’arco di millenni è un errore di valutazione scientifica. Quello che si deve fare è partire dall’io e da quello che siete oggi per meglio decidere dove volete arrivare domani con la vostra alimentazione, è un primo passo corretto da fare nell’approccio alimentare senza farsi prendere dalla foga o dalla moda passeggera che non ha nulla a che vedere con voi e quello che siete. Alla domanda quindi da dove si parte la risposta è partite da voi e il resto viene da se.