Patologie e alimentazione

Dieta e pelle un connubio fondamentale

La cute possiede una elevata attività metabolica, superiore, ad esempio, a quella del muscolo liscio; essa è infatti in grado di sostenere la proliferazione continua delle numerose popolazioni cellulari che la compongono: le cellule epiteliali, le ghiandole sebacee, i follicoli piliferi nonché sostengono il continuo accrescimento delle unghie. Tale attività è regolata geneticamente dallo stato ormonale e da quello nutrizionale. Ogni sostanza che giunge alle cellule viene utilizzata per produrre energia o per sintetizzare molecole strutturali o di deposito energetico.

A livello cutaneo avvengono dunque reazioni metaboliche di produzione ed utilizzazione dell’energia contenuta nei glucidi, proteine e lipidi. In base al consumo di ossigeno il glucosio contribuisce a tali processi solo per il 5%, il glicogeno per il 5-10%, le proteine per il 25-30%, gli acidi grassi per la quota rimanente.

Carenze nutrizionali, soprattutto di vitamine e di alcuni microelementi e metalli si manifestano con segni cutanei.

Pigmentazione bronzo scuro delle unghie, caduta dei peli ascellari e pubici, assottigliamento della cute con pigmentazione ed eczema compaiono nella grave denutrizione.  Ipercheratosi follicolare, petecchie, ecchimosi, pallore, eczemi e melatosi diffusa si osservano nella denutrizione da malassorbimento.

Dermatite erpetiforme, melanosi, atrofia ungueale, alopecia, pigmentazione cutanea sono spesso associate a rare sindromi con malassorbimento (Cronkhite. Canada, morbo di Whipple, mucoviscidosi, acro-dermatite).

Deficit di vitamina B1 (tiamina) a livello cutaneo si manifesta con edemi, quello di vitamina B2 (riboflavina) con secchezza e screpolature labiali (perlèche), dermatite seborroica, bruciore alla lingua.

Dermatiti sono descritte in corso di insufficiente apporto di vitamina B6 (piridossina). Deficit di acido folico e vitamina B12 determinano pigmentazioni, esfoliazioni cutanee. Dermatite seborroica si ha nelle carenze di vitamina B8 (biotina); atrofia e depigmentazione pilifera son invece riscontrabili nei deficit di acido pantotenico (vitamina B5). Insufficiente assunzione di vitamina B3 (nicotinammide o niacina) è causa di pellagra, che si manifesta con dermatite, arrossamenti, fotosensibilità, atrofia delle mucose. Il deficit di vitamina C (acido ascorbico) determina a livello cutaneo caratteristiche emorragie perifollicolari, ematomi, ipercheratosi perifollicolari.

Calcificazioni cutanee sono osservate in corso di ipervitaminosi D. l’ipocalcemia conseguente a turbe della funzionalità paratiroidea e a relativo malassorbimento di calcio comporta una serie di alterazioni cutanee, come secchezza (xerodermia), rugosità, rarefazione e caduta dei capelli e dei peli, fragilità delle unghie, impetigine con pustule e desquamazione.

Il deficit di ferro (anemia sideropenica) causa caduta dei capelli e atrofia delle papille linguali, mentre un accumulo di ferro (emocromatosi) determina una iperpigmentazione insieme ad atrofia pilifera e ad un assottigliamento del derma. Insufficienti apporti di zolfo e zinco possono influenzare l’integrità della cute e degli annessi con caduta di capelli, dermatite esfoliativa e turbe della cicatrizzazione.

Recentemente si sono avute evidenze che in alcune malattie cutanee, come la psoriasi e la dermatite atopica, giocano un ruolo fattori dietetici. In particolare disordini del metabolismo degli acidi grassi essenziali (AGE) possono correlarsi con le modalità patogenetiche delle lesioni cutanee osservate in tali malattie. L’acido linolenico e l’alfa linolenico svolgono funzioni essenziali per i mammiferi se è vero che ratti a dieta priva di tali AGE sviluppano dermatiti desquamative con eritema e ipercheratosi perifollicolare. Tali alterazioni si sono notate nell’uomo in corso di nutrizione parentale totale senza apporto di AGE o nel malassorbimento.

Sotto il profilo biochimico si ritiene che gli AGE della serie omega 3 presenti nell’olio di pesce (acido alfa linolenico ed eicosopentanoico) e quelli della serie omega omega 6 presenti nei vegetali (acido linolenico) abbiano un minore potere infiammatorio rispetto agli acidi grassi di origine animale. Una volta incorporati nelle membrane cellulari gli Acidi Grassi Essenziali sono metabolizzati dalle ciclo ossigenasi e dalle lipo-ossigenasi in prostaglandine della serie 3 e in leucotrieni della serie 5 dotati di minor attività flogistica rispetto a quelli derivati dall’acido arachidonico di origine animale.

Riducendo l’apporto dietetico di alimenti animali ricchi di acido arachidonico e aumentando quello di origine vegetale ed ittica si è dimostrato un miglioramento dei sintomi cutanei, quali prurito, eritema, desquamazione. Quindi per il nostro apparato cutaneo cosi’ attivo metabolicamente una corretta alimentazione è più che mai essenziale per il suo mantenimento plastico ed elastico e per fargli compiere

Marco Zanetti

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