Longevità

Epidemiologia delle malattie

Come il cibo può curare ed effettivamente prevenire l’invecchiamento e aiutare il corpo ad auto guarire così l’alimentazione è la principale causa dell’insorgere delle principali patologie e cause di morte per l’uomo, ovviamente a motivo di una scorretta alimentazione. Pensate alle malattie cardiovascolari (ipertensione, arterosclerosi, infarti del miocardio, ictus) e alle malattie metaboliche (diabete) veri flagelli per l’umanitá e legati indiscutibilmente alle cattive abitudini alimentari, spesso malattie completamente inesistenti in paesi con stili di vita alimentari diversi e salutari. Non solo molti tumori possono essere facilmente evitati proprio a tavola. L’evoluzione alimentare ci ha permesso di migliorare se si vuole il nostro rapporto con il cibo grazie alle numerose scoperte effettuate, ma anche a peggiorarle come molti fastfood e cibi in sovradosaggio e raffinati che spesso abbondano sulla nostra tavola. Secondo studi dell’OMS l’80 % dei tumori del Colon ha come origine una dieta con molta carne e poca frutta e fibre e persino causa del 10 % dei tumori polmonari. Il servizio di epidemiologia dell’Istituto dei tumori di Milano ha scoperto che le verdure proteggono dal cancro al polmone e chi le mangia riduce del 50 % il rischio a questa malattia. Alcuni grandi studi hanno inconfutibilmente dimostrato come il consumo regolare di frutta e verdura ogni giorno proteggono il corpo da numerose malattie e non è la stessa cosa di una compressa vitaminica, espropriata di tutti gli altri componenti che invece sono contenuti nella frutta. Il consumo di carne in abbondanza e superiore alle reali necessitá del corpo fa aumentare il rischio di tumore al seno, prostata e pancreas. Non solo, il consumo eccessivo di sale e in aggiunta agli alimenti aumenta di 4 volte il rischio di tumore allo stomaco. Nei paesi dove si mangia molto salato sono maggiori i casi di tumore allo stomaco.

  TUMORI TIPOLOGIA  CIBI CHE FAVORISCONO  CIBI CHE PREVENGONOCASI EVITABILI CON LA DIETA
POLMONE Verdure e frutta20- 33 %
STOMACOSale e cibi grigliatiVerdure e frutta66- 75%
SENOGrassi animali, alcool, obesitáVerdure33- 50%
COLON RETTOGrassi animali, alcoolFibre e verdure66- 75%
BOCCA E GOLAAlcool, cibi grigliatiVerdure e frutta33- 50%
FEGATOAlcool, cibi crudi e contaminatiFrutta33- 60%
UTEROObesitáFrutta10- 20%
ESOFAGOAlcoolVerdure e frutta50- 75%
PROSTATAGrassi animaliFrutta10- 20%

Dati ricavati dall’Istituto Americano di Alimentazione e prevenzione Tumori.

Secondo molti scienziati l’uomo deve il suo successo evolutivo proprio in relazione al tipo di alimentazione che ha adottato nel tempo, un ritorno al passato sarebbe come negare uno dei motivi per cui l’uomo ha avuto così successo nella scala evolutiva. Se l’alimentazione adotattata secoli fa fosse stata scorretta le aspettative di vita invece di aumentare sarebbero diminuite e il tentativo di alcuni di far ricadere la alta percentuale delle malattie metaboliche e cardiache a uno stile di vita troppo ricco in cereali è annebbiato dal fatto che se i cereali e i frutti ne hanno colpa è nelle quantità con cui vengono consumati e il modo in cui vengono abbinati. Il negare i benefici effetti di questi alimenti, senza insegnare il loro corretto uso in una alimentazione equilibrata è il vero errore. Il pensare invece di introdurre insalutari quantità proteiche e aumentare le dosi di carni non farebbe altro che aumentare le cause di morte per altri motivi. È nel bilanciamento la vera chiave e soluzione del dilemma della corretta alimentazione dell’uomo. Confrontando gli stili alimentari e i diversi modi di prodursi il cibo si spiega anche perché le popolazioni occidentali siano progredite più di altre, colonizzando il mondo intero. Cosa che non è avvenuta, ma poteva accadere con gli Atzechi. Inoltre in origine l’uomo non era proprio carnivoro.   Il tutto cominció circa due milioni di anni fa, come molti antropologi spiegano. Gli ominidi africani progenitori dell’uomo avevano due tipi di strategie alimentari. L’australopithecus Boise seguiva una dieta a base di vegetali coriacei, radici e noci, sviluppó una mascella potente e grossa e il cervello rimase piccolo (500 cc). Un altro omnide, l’Homo Habilis invece era onnivero e si nutriva di frutta, tuberi, uova e anche un pó di carne. Egli con una alimentazione più bilanciata sviluppó un cervello più grande (700 cc). Non solo mentre il suo cugino più stupido masticava e basta, lui si ingegnó a produrre strumenti per trattare i vegetali e la carne. Esso invece di cacciare si cibava del cibo che trovava e di carogne di animali morti. Poi venne l’Homo erectus (un milione di anni fa). Egli sviluppó un cervello di 800 cc e la caccia organizzata. Nacque proprio in questo periodo il linguaggio permettere agli uomini di comprendersi e organizzarsi. 500 mila anni fa invece venne scoperto il fuoco e con esso la cottura dei cibi. Gli studiosi ritengono però che con l’esclusione dell’uomo di Neanderthal, la carne non occupasse più del 20% della dieta degli ominidi, prevalentemente composta da frutta, verdura e graminacee selvatiche. La carne aveva più che altro un valore rituale e sociale. Secondo studi dell’Istituto di Antropologia dell’Universitá di Firenze, l’uomo di Neanderthal (diffuso da 130 a 35 mila anni fa) si estinse proprio perché mangiava troppa carne e finí per contrarre un morbo simile alla mucca pazza, oltre ad altri problemi legati al cannibalismo praticato da queste popolazioni. I sapiens sapiens che soppiantarono i Neanderthal circa 35 mila anni fa durante l’ultima glaciazione, dovettero affrontare il riscaldamento climatico del pianeta. Gli animali divennero più rari e secondo lo studioso Jared Diamond Biologo evolutivo dell’Universitá della California, le nuove condizioni ambientali spinsero l’uomo a produrre cibo ricorrendo all’agricoltura  e all’allevamento. Una scoperta recente avvenuta in Israele, fa ritenere che gli uomini si cibassero di cereali coltivati giá 20 mila anni fa, men- tre fino ad ora si pensava che la grande svolta avvenne 10 mila anni fa. Solo pochi uomini però ebbero a disposizione, grazie all’ambiente in cui vivevano, un numero sufficientemente ampio di piante da coltivare, erano gli eurasiatici, che nella maratona della civiltá partirono con un vantaggio di centinaia di metri rispetto agli altri e si riveló decisivo il ruolo del cibo. Nella mezzaluna fertile, tra piante selvatiche, c’erano grano, orzo, piselli, lenticchie e ceci. Tutti vegetali con un ottimo rap- porto tra proteine e calorie. La crescita delle risorse alimentari permise alle società agricole di prosperare, mettendo a punto delle nuove tecniche come quelle della fermentazione. Gli Europei appresero quasi a forza le tecniche agricole dalle popolazioni Medio Orientali che ci erano arrivate prima. Avere poi addomesticato molti animali permise agli agricoltori Euroasiatici di sopravvivere alle carenze che le condizioni atmosferiche determinavano limitando il raccolto agricolo. Gli animali domestici utilizzati nell’alimentazione si sono dimostrati utili per salvaguardare le specie umane. Cosa che non è avvenuta in altre civiltá del centro America e dell’Africa dove la Glaciazione aveva sterminato molte specie animali e il loro non addomesticamento ne aveva causato l’estinzione. Il Bestiame europeo però si riveló tuttavia anche una fonte di malattie, proprio come sta avvenendo recentemente da noi. La stretta vicinanza tra uomo e animali domestici comportó la trasmissione di  un gruppo di patologie dagli animali agli esser umani. Fra queste l’influenza, la tubercolosi, il morbillo e il vaiolo. Noi sviluppammo degli anticorpi e conquistando altri territori portammo con noi i nostri virus e bacilli che determinarono la distruzione di intere popolazioni. Le carni sono certo utili nell’alimentazione umana, ma nelle dovute quantità e proporzione legate alle necessitá dell’uomo. Inoltre senza carne l’uomo può vivere a lungo e forse anche più a lungo che con la carne. Dobbiamo chiederci qual’è il nostro obiettivo. Qualche kilo di muscolo in più che non è detto che non si possa ottenere anche senza carne o qualche anno in più che sicuramente si ottiene con un consumo maggiore di ver- dure e frutta e un adattato e controllato consumo di proteine provenienti da una fonte animale come insegna l’alimentazione antiage.

Marco Zanetti

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