I livelli di vitamine nel sangue cambiano e spesso non raggiungono il minimo indispensabile per garantire un buon livello di salute e protezione. Con l’età’ si riducono le capacità di assorbimento del corpo delle vitamine introdotte con la dieta e l’alimentazione sempre più sbilanciata determina una riduzione dei livelli di vitamine essenziali.
Una analisi annuale dei livelli di vitamine nel sangue quali B12, acido folico, vitamina C, vitamina E, vitamina K, vitamina D3 sono importanti. La C e la E per le proprietà antiossidantI del compartimento idrosolubile e liposolubile rispettivamente, la vitamina K per garantire una coagulazione corretta e non esagerata, la vitamina D3 per gli effetti sul sistema immunitario, antitumorale e regolatore metabolico. Gli alimenti che prima non erano troppo trattati e modificati geneticamente garantivano un apporto di queste vitamine senza problemi, ora non più’.
La vitamina B12 e’ l’altra vitamina che spesso e’ carente soprattutto nella popolazione anziana che ha un ridotto assorbimento gastrico e consuma meno carne a motivo degli elevati costi della carne e pesce e per problemi gastrici, l’uso di inibitori della pompa protonica dello stomaco e antiacidi o per lo sviluppo di problemi tumorali. Spesso gli anziani e non solo i giovani sono sottoalimentati da un punto di vista proteico e vitamina b12 che deve essere reintegrata
Ecco i livelli nel sangue ottimale delle vitamine per un buono stato di salute
I valori normali di vitamina K negli adulti devono rientrare tra i 15-30 m g/100 ml. In genere la carenza di vitamina K è molto rara in quanto nei soggetti sani viene prodotta dalla flora batterica intestinale, ma c’è comunque chi ne soffre. Per la Vitamina B12 una concentrazione di vitamina B12 nel sangue inferiore 180 ng/l può già causare anemia megaloblastica e/o neuropatie periferiche, anche se solo valori inferiori a 150 ng/l sono considerati indice di carenza, mentre valori tra i 150 e i 300 ng/L sono interpretati come prossimi al limite.
Per la Vitamina D3 solo per livelli inferiori a 12 ng/mL è indicato un trattamento anche in assenza di sintomi. Gli anziani istituzionalizzati risultano carenti nella quasi totalità dei casi: in queste condizioni viene proposto un trattamento a dosi sostitutive anche senza un dosaggio di conferma.
I valori di riferimento della vitamina C nel sangue sono compresi fra 0,5 e 1,5 milligrammi ogni millilitro di sangue. Per un sufficiente apporto di vitamina C sono sufficienti fra i 45 e i 65 milligrammi al giorno, ovvero quelli contenuti in un paio di fette d’ananas, in un kiwi o in un’arancia. Per beneficiare invece dei suoi alti poteri antiossidanti si consigliano circa 200 milligrammi al giorno, contenuti in un paio di grossi peperoni rossi o in 3-4 kiwi. La dose giornaliera raccomandata di vitamina C è ufficialmente di fra i 60 e i 120 milligrammi al giorno e il livello massimo tollerato è di 2000 mg al giorno. Quando si supera il livello massimo tollerato di assunzione di vitamina C, il corpo espelle l’eccesso normalmente con le urine. Tuttavia, in chi assume alte dosi di vitamina C si possono presentare disturbi gastrici come bruciore di stomaco, acidità gastrica e reflusso gastrico. Possono esserci anche nausea, vomito e diarrea. Poiché la vitamina C può favorire la comparsa di calcoli renali in soggetti predisposti, chi ha avuto problemi ai reni in questo senso dovrebbe sentire il parere del proprio medico prima di assumere integratori o di intraprendere una dieta con alte dosi di vitamina C.
L’acido folico è necessario per le funzioni dei globuli rossi e dei globuli bianchi e per la sintesi dei geni in tutte le cellule.
L’acido folico, come la vitamina B12, è necessario per la sintesi del DNA ed entrambi dipendono dalla normale funzione dell’intestino per il loro assorbimento dagli alimenti.
L’acido folico è presente nelle uova, nel latte, nei vegetali a foglia, nei lieviti, nel fegato, nella frutta, e viene anche prodotto dai batteri intestinali; viene immagazzinato nel fegato.
Bassi livelli di folato nel siero significano che la dieta è stata negli ultimi tempi povera di folati, che l’assorbimento intestinale è stato insufficiente, o entrambi.
Per la completezza della diagnosi deve essere misurata nel siero anche la Vitamina B12, perchè in più del 50% dei casi di anemia megaloblastica c’è una carenza di B12 piuttosto che di folati.
I valori ritenuti normali per il contenuto di tocoferolo nel sangue sono compresi fra 0,8 e 1,5 milligrammi per decilitro. Solitamente, i casi in cui dagli esami emergono valori più bassi di vitamina E (ipovitaminosi) il problema deriva da malnutrizione o malassorbimento della vitamina a livello intestinale.
Cosa si deve fare in caso di ipovitaminosi di queste vitamine ?
Le vitamine sono importanti poiché senza di esse ed essendo il nostro corpo incapace di produrle da solo per i processi del metabolismo, dobbiamo se siamo carenti iniziare a pensarci. Non dovete fare o aumentare l’introduzione di vitamine se esagerato solo basandosi sul fatto che se poco fa bene, di più fa meglio. Ci sono numerosi studi che hanno dimostrato che 2 kiwi al giorno riducono il potere ossidante dei radicali liberi sui tessuti, ma 4 hanno invece un effetto opposto. Lo stesso discorso vale per la vitamina C, essa nelle giuste quantita’ ha una azione fisiologica sui tessuti per la costruzione delle mucose, ma se troppa ha un effetto opposto sulla salute, quasi come se il corpo si proteggesse da un eccesso e avviasse processi uguali e contrari. La vitamina D cosi tanto inclusa nei piani alimentari e nelle integrazioni sta ricevendo l’attenzione della scienza per possibili effetti negativi se in eccesso. Ecco perche’ aumentare l’assunzione di vitamine o di carotenoidi o flavonoidi in modo incontrollato non ha senso se non si fa prima una analisi dei benefici e delle loro reali esigenze attraverso delle analisi del sangue. Se viene appurata una carenza allora si che si deve correre ai ripari e iniziare ad aumentare i cibi che ne contengono in maggiore quantita’. Quindi se siete carenti di vitamina C aumentare l’apporto di agrumi, se siete carenti di vitamina E di olii vegetali e frutta secca, se siete caremti di carotenoidi di frutta e verdure gialle e rosse, se siete carenti di vitamina D di latte e formaggi e olii vegetali o olio di fegato di merluzzo e magari con una esposizione al sole, se siete carenti di vitamina B12 curare la vostra flora batterica intestinale e aumentare il consumo di carne, se siete carenti di folati aumentare l’assunzione di verdure a foglia larga e verde e cosi via.
Quando dobbiamo prendere integratori e quando invece aumentare il loro apporto con la dieta ? La scelta poi di assumere integratori e non alimenti è più che altro legata alle caratteristiche individuali e alimentari del soggetto. Aumentare gli alimenti va bene se da un punti di vista salutare la funzionalita’ dello stomaco e dell’intestino è completa e in regola, se si assorbono bene gli alimenti, non si usano antiacidi che riducono l’assorbimento intestinale, se non si hanno problemi di diverticolosi che rendono impossibile l’assunzione di alcuni alimenti, se le persone soffrono di colon irritabile e devono seguire diete speciali a volte povere di fibre fermentescibili come la FODMAP, se non ci si trova davanti a persone con malattie croniche infiammatorie intestinali o generali che rendono la loro capacita’ di digestione limitata e facilitante lo sviluppo di carenze dovute a una riduzione dell’assimilazione più che altro.
Ci sono poi persone che assumono farmaci e che devono evitare alcuni alimenti, altri che hanno problemi tirodei e che quindi devono evitare alcuni alimenti come le brassicacee cosi ricche di vitamine, persone che assumono cortisonici e devono invece ridurre l’assunzione di alimenti ricchi di carboidrati che spesso hanno pero’ un elevato contenuto di vitamine e minerali e quindi si potrebbero generare delle carenze. Abbiamo poi persone che non possono assumere molti grassi per problemi legati al fegato o alla cistifelea e che quindi non possono assumere alimenti ricchi di vitamina E o D perche’m risulterebbero difficili da digerire. Ecco che quindi in tutti e molti altri casi la sola alimentazione non basta perche’ semplicemente non ci si arriva con gli alimenti e deve essere valutata l’integrazione. Che deve quindi essere personalizzata.
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