Longevità

TI POSSO DIRE QUANTO SEI VECCHIO DA UN PUNTO DI VISTA BIOLOGICO ?

A molti di voi potrebbe interessare capire a che punto si è in termini di età biologica rispetto a quella anagrafica e se si stanno facendo le cose corrette per prevenire molte malattie.

Molti sono i test che oggi la scienza ci mette a disposizione, tutti più o meno supportati da dati scientifici come ad esempio la lunghezza dei telomeri o la metilazione del DNA. Nessuno da solo però può darci una risposta corretta e solo la combinazione di più test come quello che ho sviluppato personalmente potrebbe darti una risposta adeguata.

Oggi un laboratorio con cui collaboro mette a disposizione un test importante che valuta la lunghezza dei telomeri; seppur da solo potrebbe non essere corretto, se abbinato ad altri parametri fisici e prestazionali potrebbe aiutarci a capire a che punto si e’ in termini di invecchiamento cellulare. Infatti la lunghezza dei telomeri è un indicatore biologico importante. I telomeri sono strutture di DNA ripetitive situate alle estremità dei cromosomi che proteggono il materiale genetico durante la divisione cellulare. Con il tempo, i telomeri si accorciano a causa di divisioni cellulari ripetute, stress ossidativo e processi infiammatori, fino a raggiungere una lunghezza critica che porta alla senescenza o apoptosi cellulare e le cellule non si replicano piu, muoiono definitivamente ( vi siete mai chiesti perché più si invecchia più il recupero da semplici malattie o infiammazioni e’ lungo ? per i telomeri in larga misura ).

Una domanda rimane però senza risposta…. Si invecchia perché i telomeri si accorciano o i telomeri si accorciano perché si invecchia più o meno velocemente ? Forse un po’ entrambi e qualcosa si può fare per allungarli, ma non troppo e non oltre le nostre caratteristiche genetiche. Telomeri più corti sono associati a un rischio maggiore di malattie legate all’età, come patologie cardiovascolari, diabete, e alcuni tipi di tumori.  

Le metodologie utilizzate per misurare la lunghezza dei telomeri includono la PCR quantitativa, l’ibridazione in situ fluorescente (FISH) e il Southern blotting. La PCR è la più comune per la facilità di esecuzione, ma presenta una variabilità tecnica che può influenzare l’affidabilità dei risultati. Non si deve dimenticare però che la lunghezza dei telomeri potrebbe variare tra tessuti e quindi una ampia gamma di tessuti dovrebbe essere presa in considerazione oltre ai fattori ambientali, stile di vita e genetica che influenzano notevolmente il risultato del test.
Tecnologie emergenti stanno esplorando interventi per stabilizzare o allungare i telomeri, come l’attivazione della telomerasi (un enzima che può riparare e allungare i telomeri). Questi approcci sono ancora in fase sperimentale. Ma sappiamo ad esempio che la restrizione calorica, la riduzione di glucidi semplici, la riduzione della ossidazione e l’attivazione delle sirtuine con specifici integratori ci può aiutare moltissimo, come pure condizioni di stress, uso di farmaci e forte esposizione ad agenti ossidanti e malattie possono invece accelerare il processo di degenerazione. Quindi il marker in questione non è definitivo, ma se combinato ad altri punti di analisi ci darebbe una informazione importante. State attenti agli sviluppi futuri, buona giornata

Marco Zanetti

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