Longevità

Buoni propositi per il 2025 ridurre la plastica che mangiamo

Il 2025 iniziamolo facendo qualcosa di utile per il pianeta e per noi. Riduciamo il più possibile l’utilizzo di alimenti imballati in plastica e quando viaggiamo evitiamo il più possibile la plastica. Eliminare la plastica è ancora impossibile, ma limitarne il suo utilizzo lo è soprattutto alla luce dei dati riferibili a questo studio.

https://www.pnas.org/doi/10.1073/pnas.2412714121

Le sostanze chimiche neurotossiche presenti nella plastica rappresentano una minaccia crescente per la salute umana. Questo studio ha analizzato tre sostanze tossiche comunemente presenti nella plastica – il bisfenolo A (BPA), il di(2-etilesil) ftalato (DEHP) e i ritardanti di fiamma bromurati (PBDE) – rivelando i loro impatti negativi sulla salute e sul quoziente intellettivo (QI).

Vediamo gli effetti appurati che queste sostanze hanno sulla salute nostra e dei figli:

  • Bisfenolo A (BPA): L’esposizione a questa sostanza è associata a un aumento dei casi di cardiopatia ischemica (IHD) e ictus.
  • DEHP: Questa sostanza chimica è legata a una maggiore mortalità per tutte le cause nella fascia d’età 55-64 anni.
  • PBDE: I ritardanti di fiamma bromurati, se assunti in gravidanza, possono causare una significativa perdita di punti QI nei figli.

Nel 2015, l’eliminazione dell’esposizione al BPA e al DEHP nei paesi che ospitano un terzo della popolazione mondiale avrebbe potuto:

  • Salvare 600.000 vite.
  • Ridurre i casi di IHD (5,4 milioni) e ictus (346.000) attribuiti al BPA.
  • Evitare 164.000 decessi legati al DEHP.

Ridurre l’esposizione ai PBDE nelle donne in gravidanza avrebbe preservato 11,7 milioni di punti QI globalmente. Se si pensa quindi al loro impatto sulla salute è enorme, peggio di una pandemia. Ma si sa in questo caso si andrebbe a colpire l’economia che finanzia la politica e bisogna impattare poco. Ma se invece si facesse un più repentino cambiamento ecco quale sarebbe l’impatto economico positivo. Le conseguenze di queste esposizioni nel 2015 sono state stimate in un costo di 1,5 trilioni di dollari a parità di potere d’acquisto (PPP). Agire per ridurre queste esposizioni non solo migliorerebbe la salute pubblica, ma rappresenterebbe anche un vantaggio economico significativo.

Sono più di 16.000 le sostanze chimiche che vengono utilizzate per migliorare colore, flessibilità e durata della plastica e ognuna di esse ha una influenza negativa sulla nostra salute. Queste sostanze possono facilmente rilasciarsi nell’ambiente, causando un’esposizione diffusa. Investire nella riduzione delle sostanze tossiche nella plastica non è solo una necessità per la salute pubblica, ma un’opportunità per risparmiare vite, preservare capacità cognitive e ridurre i costi globali legati alle malattie.

Quindi la scelta della tipologia di imballaggi da utilizzare anche per l’acquisto del nostro cibo pur essendo forse una goccia di tutta la plastica utilizzata è pur sempre un passo importante, in primis utile per noi direttamente, ma poi anche per il nostro pianeta.

Un buon proposito per il 2025

Marco Zanetti

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