Allenarsi o fare gare con un non adeguato accumulo idrico oppure in condizioni di disidratazione non è  conveniente per la prestazione ed è da evitare. Anche piccoli deficit di liquidi corporei verificatisi prima o durante l’esercizio fisico possono compromettere le prestazioni ben prima di incidere negativamente sulla salute.  Perdite di liquidi superiori al 2% della massa corporea hanno un impatto sostanziale sulle prestazioni fisiche e cognitive in una varietà di condizioni climatiche. Tuttavia, il livello critico di deficit di liquidi che può avere implicazioni sulle prestazioni fisiche e cognitive varia dall’1% al 10% della perdita di massa corporea ed è una caratteristica individuale.  Quello che succede con la disidratazione sono: l’aumento della temperatura interna, l’aumento dello sforzo cardiovascolare, l’aumento dell’utilizzo del glicogeno e anche un’alterazione della funzione del sistema nervoso centrale e quindi della concentrazione. Il deterioramento della funzione fisiologica e della prestazione fisica causato dalla disidratazione sembra essere molto maggiore quando il deficit di liquidi viene indotto prima piuttosto che durante esercizio. Cioe’ si deve arrivare alla gara o prestazione ben idratati piuttosto che già disidratati. Spesso i calciatori non professionisti arrivano in condizioni di disidratazione già all’inizio della partita.

Anche le prestazioni cognitive/mentali, come l’esecuzione di abilità complesse e la coordinazione richieste negli sport di squadra, vengono compromesse da una lieve disidratazione. L’ingestione di liquidi durante l’esercizio aiuta ad attenuare l’aumento della frequenza cardiaca e della temperatura interna e a ritardare l’insorgenza dell’affaticamento, prevenire il deterioramento delle abilità specifiche dello sport e  ad aumentare il tempo necessario all’esaurimento. Quindi durante l’attività’ ci si deve  idratare.

Il modo in cui avviene la perdita di liquidi corporei determina anche gli effetti avversi sperimentati. Ad esempio, la disidratazione indotta dai diuretici determina un rapporto maggiore tra perdita di volume plasmatico e perdita totale di acqua corporea rispetto alla sudorazione. Tuttavia, la prestazione fisica non è sempre compromessa. Allo stesso modo, la disidratazione indotta dal caldo fa diminuire il volume plasmatico, mentre l’esercizio fisico determina una disidratazione generale di tutti i tessuti. Inoltre c’è  una risposta altamente individuale poiché alcuni atleti sembrano tollerare condizioni di caldo e disidratazione, mentre altri devono interrompere l’esercizio subito e hanno crampi. Tutto si deve giocare sull’individuale.

Va notato che mentre gli atleti potrebbero tollerare moderati deficit di liquidi in ambienti freschi senza compromettere significativamente la prestazione fisica,l’ipoidratazione è associata a gravi conseguenze fisiologiche e di salute e dovrebbero essere fatti tutti i tentativi per mantenere la capacità fisiologica. La reidratazione con soluzioni ipotoniche o isotoniche durante lo sforzo fisico è essenziale e se possibile continua , tranne nei casi in cui solo l’acqua dovesse essere tollerata dall’atleta. Poi post esercizio è importante reintegrare con carboidrati oltre che con Sali minerali e per una quantita’ di liquidi pari almeno al peso corporeo perduto in allenamento oppure se possibile fino al ripristino dell’idratazione valutata con metodi strumentali.